A Roma un M5S … RAGGIante
Che Virginia Raggi fosse in testa dopo il primo turno delle elezioni amministrative a Roma non ha stupito nessuno, praticamente tutti i sondaggi la davano in vantaggio. I commentatori politici, tuttavia, in larga maggioranza, sono rimasti sorpresi dal grande distacco che ha inflitto a tutti gli altri candidati.
Personalmente sono rimasto maggiormente stupito dai voti dati ai partiti, non avrei mai pensato, infatti, che a Roma il Movimento 5 Stelle potesse prendere più del doppio dei voti del PD.
Ma con tutti gli scandali nei quali è rimasto coinvolto il PD, mi direte, una debacle era più che prevedibile! Certo, in uno Stato normale, dopo mafia Capitale, un partito come il PD sarebbe dovuto scomparire, ma non dimenticatevi, cari lettori, che siamo in Italia. Ed allora spesso si vota per “opportunismo”.
Le miriadi di cooperative legate al Partito Democratico sono veri centri di potere che si spartiscono montagne di soldi pubblici, per non parlare poi delle innumerevoli “partecipate”, cioè quelle aziende a capitale in maggioranza pubblico, e quindi governate dalla politica, fonti inesauribili di clientele e nepotismi.
Ed avrete senz’altro sentito dire che Roma è la maggior “azienda” italiana, come numero di dipendenti, e tutte queste persone votano.
E votano anche i loro familiari.
Preferiranno un candidato Sindaco che gli garantisce la continuità con le giunte che si sono succedute negli ultimi trent’anni? Oppure una candidata che dichiara di voler risanare quelle aziende dai bilanci disastrati, a costo di dover portare i libri in tribunale?
Pensavo poi che il distacco fra il M5S ed il Pd fosse meno netto anche perché il partito del Premier aveva candidato un politico di lungo corso, vice Presidente della Camera dei Deputati, insomma una persona molto nota, mentre il M5S aveva presentato una “ragazza” giovane, praticamente sconosciuta e con scarsissima esperienza.
Ma contrariamente a come viene presentata dai media di regime, che la dipingono come una sempliciotta un po’ sprovveduta, capace solo di ripetere una lezioncina imparata a memoria, Virginia Raggi ha messo in mostra grandi qualità, e doti non comuni per una persona che da poco è stata catapultata nell’agone politico.
Alla prova del “tritacarne” mediatico, poi, la Raggi ha superato l’esame a pieni voti. Un sorriso accattivante, ma mai irridente, risulta disarmante anche per i giornalisti più scafati, chiamati dalla tv pubblica per cercare di mettere in difficoltà, senza minimamente riuscirci, la giovane candidata Sindaco.
Insomma, il disastrato sistema dell’informazione in Italia dovrebbe ormai essersi reso conto che cercare di sminuire gli esponenti di spicco del Movimento utilizzando ancora il termine “grillini” è controproducente. Giovani politici crescono, e crescono bene (forse in questo la Casaleggio ha avuto meriti enormi).
E’ chiaro, tuttavia, che amministrare Roma sarà un’impresa titanica. La Capitale ha un debito di 15 miliardi di euro (ma c’è chi dice molto di più) che si cerca di ripianare con rate di 500 milioni di euro l’anno, 200 dei quali pagati dai cittadini romani e 300 da tutti gli altri italiani. Purtroppo però, anziché diminuire, il debito di Roma ha continuato ad aumentare.
Ed allora tutti noi, che paghiamo 300 milioni di euro ogni anno, dobbiamo pretendere che chi amministra la Capitale, lo faccia con la massima trasparenza, a cominciare dagli appalti!
E se mi si chiede il punto dal quale partire … non ho dubbi:
stracciare immediatamente tutti i contratti in essere e far pagare da subito affitti “di mercato” a coloro, persone, enti, associazioni, che attualmente occupano immobili di pregio di proprietà del Comune di Roma e che beneficiano, in maniera scandalosa, di canoni che non offendono solo il buonsenso, ma sono un insulto nei confronti di tutti i cittadini onesti.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro