Salvini: ecco perché piace ed ha larghi consensi
Demagogo e soprattutto populista, sono gli appellativi con i quali viene bollato, praticamente dall’intera stampa e dalle tv nazionali, il Segretario Federale della Lega Nord, Matteo Salvini.
Purtroppo, e lo dico con rammarico, non è così.
A farne largo uso di demagogia e populismo, ossia di pratiche per ottenere consensi promettendo ciò che sarà difficilmente realizzabile, è il nostro Premier, Matteo Renzi, sempre pronto, con le parole, “a dare”, ma, nei fatti, molto più impegnato “a prendere”.
Salvini, invece, pone le questioni, mette in evidenza le contraddizioni, rimarca gli annosi problemi eternamente irrisolti del nostro Paese e lo fa con un linguaggio semplice, diretto e comprensibile da tutti.
Per questo non può essere additato come un demagogo populista, Salvini non promette, denuncia. E’ la voce dei tanti italiani che hanno capito quanto sia pericolosa la china che ormai ha preso il nostro Paese, un declino che non ci meritiamo.
Per molti Salvini è diventato addirittura la sola speranza che sia rimasta all’Italia per avviare un vero cambiamento, una vera inversione di rotta. Le tante persone, da nord a sud, che lo stimano apprezzano in lui proprio questo stile pratico e concreto.
Denunciare, ad esempio, l’occupazione di una strada provinciale da parte di 300 immigrati di un centro di accoglienza in Calabria non è demagogia, si può banalmente minimizzare la cosa, come fanno alla tv, dicendo che si sono avuti disagi alla circolazione, ma cosa significa “disagi alla circolazione”? Sono centinaia se non migliaia di persone alle quali viene arrecato anche un danno patrimoniale, persone che perdono magari un appuntamento di lavoro, o addirittura un aereo ed alle quali non viene nemmeno rimborsato il biglietto, sono cose inaccettabili e la “rabbia” dei cittadini è reale e giustificata, non si può minimizzare.
Anche i suoi più feroci critici, però, gli riconoscono una grande capacità nella comunicazione soprattutto davanti alle telecamere dei numerosi dibattiti televisivi ai quali viene invitato perché, dicono, “fa audience”, ma anziché un pregio questa abilità viene vista negativamente, i suoi proclami farebbe infatti emergere “gli istinti più primitivi” della gente.
Ebbene i suoi detrattori probabilmente non riflettono su un paio di cose che invece sono assolutamente rilevanti: la prima
- Perché Salvini “fa audience”? Semplicemente perché un talk show per funzionare necessita che gli ospiti abbiano posizioni diverse se non contrastanti, ed oggi il panorama politico italiano cosa offre? Anche tra coloro che sono all’opposizione, chi si distacca nettamente dalle posizioni dell’attuale Governo? Ve lo immaginate quanto noioso deve essere un dibattito fra un renziano ed uno di Sel? Oppure uno di Forza Italia? Non parliamo poi dell’Ncd.
La seconda ed ancora più importante riflessione
- Salvini non è un grande oratore, né tantomeno una persona di cultura, perché allora risulta così convincente agli occhi della gente? Semplicemente perché sostiene argomentazioni alle quali “crede”. Sono argomentazioni semplici, di buon senso, comprensibili da tutti, quindi è praticamente impossibile per un avversario politico metterlo in imbarazzo. Salvini ha “la forza della ragione”
Orbene, guardate che non sto scrivendo un peana a favore del Segretario Federale della Lega Nord, sto soltanto esponendo dei fatti che ciascuno di noi può riscontrare.
Personalmente ritengo (ed i miei più affezionati lettori si saranno pure stancati di sentirmelo dire) che pur non sottovalutando affatto i problemi di sicurezza che nel nostro Paese hanno raggiunto livelli estremamente allarmanti e quindi enormemente “sentiti” dalla popolazione, sono convinto che essi troverebbero anche una parziale soluzione qualora la nostra situazione economica generale migliorasse.
Per dirla banalmente, ed in soldoni, se ci fossero più posti di lavoro in Italia, tanta delinquenza o illegalità, ovviamente italiana od extracomunitaria non fa alcuna differenza, non ci sarebbe.
Anche se Salvini fa benissimo a rimarcare che le persone per bene devono essere tutelate, insistere, da parte sua, in maniera così assidua sui problemi dovuti all’invasione dei clandestini in Italia fa sì che venga “bollato” come uomo di destra, un appellativo che, naturalmente, gli avversari politici calcano con attributi infamanti come xenofobo e razzista.
Salvini quindi, pur non facendo mancare un faro su queste problematiche che negli ultimi tempi si sono evidentemente acuite, farebbe bene a mettere sempre in primo piano il discorso economico e, ovviamente, l’assoluta ed improrogabile necessità da parte nostra di uscire al più presto dall’euro!
Lo so, sono monotono, me lo dico da solo, ma questa è la assoluta priorità.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro