Silvio propone due monete: idee poche, ma confuse
Non è che per essere originali a tutti i costi si debbano dire delle sciocchezze, anche se tutti noi possiamo comprendere le difficoltà nelle quali si è dovuto imbattere Berlusconi soprattutto a causa di una Magistratura che definire da quarto mondo può risultare un’offesa per … il quarto mondo, l’ex Cavaliere non può così impunemente eccedere con le corbellerie.
Proporre una seconda moneta da affiancare all’euro, non è una cosa seria. E’ ovvio che occorre uscire dalla moneta unica (ed anche dall’Unione europea), ma semplicemente istituendo una moneta nazionale sulla quale dobbiamo tornare ad avere la piena sovranità.
Si potrà anche decidere che, nella transazione dall’euro alla nuova moneta nazionale, si possano stipulare accordi che prevedano, per un lasso di tempo limitato, il mantenimento fino alla scadenza di alcuni contratti stipulati in euro, ma ciò è ben differente dall’ipotizzare una specie di “doppia circolazione” simultanea di due monete differenti.
Apro e chiudo immediatamente una parentesi su un argomento che ci porterebbe in altri lidi, e cioè sulle teorie per le quali sarebbe auspicabile che l’emissione di moneta in uno Stato non fosse di esclusiva pertinenza della Banca Centrale, sarebbe una discussione al momento fuori luogo e di nessuna priorità.
Per ora dobbiamo rimanere con una sola moneta nazionale il cui cambio, nei confronti di tutte le altre valute mondiali, sia deciso esclusivamente dal mercato. La trovata di Berlusconi, oltre ad essere al momento improponibile, sarebbe oltretutto deleteria in quanto farebbe dilatare i tempi spostando la discussione. il tema prioritario per il nostro Paese è, e deve rimanere uno solo: uscire dall’euro!
Ed allora se Salvini ha bruciato tutti i “concorrenti” accaparrandosi la paternità politica (perché io e tanti altri lo diciamo da parecchi anni) della battaglia contro l’euro, non si debbono “inventare” formule astruse per “distinguersi”.
Sarà probabilmente per questo che io non sono un politico, ritengo infatti che se un’idea avuta da altri mi convince la debbo appoggiare anche se qualcuno mi accuserà si “appiattirmi” sulle posizioni altrui. Non capisco perché non dovrei farlo. Forse, però, in politica non funziona così.
Detto questo non posso però esimermi anche dal rimarcare un’altra sciocchezza detta da Berlusconi in quella specie di comizio improvvisato in Piazza San Fedele a Milano, forse ancora più grossa della doppia moneta, mi riferisco al fatto di “svalutare l’euro con un cambio uno a uno col dollaro”.
Non è neppure un discorso “da bar”, è ad un livello ancora inferiore.
Cosa vuol dire svalutare l’euro?
Non esiste un mercato dei cambi?
Questa storia dei politici che parlano di svalutare le monete … così … quasi bastasse approvare un decreto legge, è una cosa che deve finire. Le persone culturalmente meno dotate potrebbero addirittura credere che in un Paese democratico, economicamente sviluppato e che quindi è completamente inserito nel mercato finanziario globale i politici possano liberamente decidere i tassi di cambio con le altre monete.
Ovviamente le autorità monetarie possono variare l’immissione di liquidità nel sistema e questo avrà certamente una ripercussione sul mercato valutario, ma il mercato è e deve rimanere il solo luogo in cui si formano i prezzi ed i cambi.
L’euro sta facendo così tanti disastri proprio perché è la negazione del mercato. Lasciate ai democratici governi della Corea del Nord e del Venezuela stabilire il tasso di cambio della loro moneta nei confronti del dollaro, salvo poi crearsi un mercato nero nel quale i rapporti sono totalmente differenti.
Per quanto riguarda poi la richiesta di “immettere forte liquidità per dare ossigeno alla crescita” sapete perfettamente che sono assolutamente contrario, sono “medicine” estremamente pericolose, soprattutto in un Paese già molto indebitato come il nostro, che potrebbero risultare deleterie soprattutto per le future generazioni.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro