S&P, per l'Italia un'altra bocciatura
Le bocciature risultano molto più scottanti quando sono inattese, e ieri, dopo tanto tempo, le aspettative erano per una promozione, per questo la decisione dell’Agenzia di rating più famosa al mondo, Standard & Poor, è risultata ancora più bruciante.
E che le attese fossero positive lo si evinceva anche dal fatto che i nostri telegiornali di regime, come MAI avevano fatto in passato, sottolineavano l’imminenza della decisione dell’Agenzia di rating americana, proprio perché si dava per scontato che sarebbero arrivate buone notizie.
Ed invece l’Italia non solo non è stata promossa, come nelle previsioni, ma neppure rimandata, come veniva dato per scontato, per il nostro Paese si è trattata dell’ennesima bocciatura.
Sì, perché al “voto” (il rating vero e proprio), come si sa, le Agenzie di valutazione associano un “giudizio”, il cosiddetto “Outlook” ossia una “Previsione”, una sorta di tendenza.
In parole povere il rating ci dice “dove siamo”, mentre l’outlook “dove stiamo andando”, cioè se la strada intrapresa va nella direzione di un miglioramento oppure verso un peggioramento.
Ebbene il nostro voto precedente era “BBB”, tanto per capirci ci trovavamo nella parte medio bassa, anzi, visto l’Outlook (“Negativo”), potremmo dire quasi in zona retrocessione della Serie B.
Molti, così, si attendevano una promozione a BBB+, ossia, pur rimanendo fra i “cadetti”, avremmo lasciato i bassifondi della classifica per una zona più tranquilla e chissà? Forse presto avremmo anche potuto lottare per far ritorno in serie A.
I più prudenti, invece, prevedevano un voto invariato (BBB), ma un miglioramento dell’Outlook, se non a “Positivo”, perlomeno a “Stabile”, insomma ci saremmo accontentati adesso delle briciole, di un minimo sindacale, che avrebbe permesso agli sviolinatori del nostro attuale Governo (tutti i telegiornali e la stampa al completo) di poter dire “siamo sulla strada della ripresa”.
Ed invece NO, ancora una volta, nonostante l’avessimo implorata di non farlo, Standard & Poor ci ha bocciati senza appello, confermando “BBB” e outlook “Negativo”.
Ma dato che al peggio non c’è fine i nostri organi di informazione (dis) hanno avuto il coraggio di titolare “S&P promuove il governo Renzi, ma il rating resta invariato”. Scandaloso!
Per i nostri sviolinatori di regime, il fatto che Standard & Poor abbia riportato nel proprio rapporto “nonostante le intenzioni dell’esecutivo italiano siano incoraggianti è troppo presto per valutare quanto programma potrà essere attuato e in che tempi” è già un segnale incoraggiante.
Insomma cosa avrebbero dovuto dire? Anche il professore più severo nel momento in cui ti affibbia un quattro in pagella ti dice che comunque hai le capacità per fare meglio, anche perché, se non fosse così, sarebbe meglio spararsi subito!
E a tal proposito forse c’è anche qualche giornale che giustifica questa bocciatura col fatto che il “Professore” (S&P) sia estremamente severo! E non mancherà neppure chi arriverà a dire, come tutti gli alunni che si trovano una insufficienza in pagella, che “quel Professore ce l’ha con noi!”.
Niente di più falso, naturalmente.
Il “Professore” è tutt’altro che severo, anzi è proprio di manica larga, visto che ha promosso l’Irlanda, che già si trovava davanti a noi a BBB+, ad A-, e con outlook “Positivo”.
E le giustificazioni che S&P ha fornito riguardo al rating assegnatoci ed all’outlook, sono assolutamente condivisibili, in particolare il dito è stato puntato sulla crescita estremamente contenuta (un’espressione compassionevole per non parlare di decrescita), e dalla difficoltà per il nostro Paese di migliorare la propria competitività con riforme vere che vadano a colpire le inefficienze croniche (ma sarebbe più corretto dire storiche) del nostro Paese.
Questa è la pura e semplice verità.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro