Stati diversi e moneta unica: una assurdità!
Tutti concordano: il problema dell’Italia è il debito pubblico. Ovviamente non si può negare che avere un debito pari al 135% del proprio Prodotto Interno Lordo sia un grosso guaio, soprattutto se una buona parte dello stesso è in mano agli stranieri.
Ma la ragioneria è una materia molto semplice, ci sono delle attività e delle passività, delle entrate e delle uscite e la loro differenza dà un utile o una perdita.
Certo per una azienda è davvero facile capire che le perdite non possono andare oltre ad un certo limite perché quando si va ad intaccare il capitale e non si riescono a reperire nuovi fondi si apre inevitabilmente lo spettro del fallimento.
Per uno Stato è diverso perché i fondi per ripianare le perdite li trova sempre, visto che è lui stesso a stampare moneta, quindi praticamente è impossibile, per uno Stato, fallire.
E’ anche ovvio, però, che stampare moneta così, senza un corrispettivo ha come conseguenza un deprezzamento della stessa per cui per un investitore straniero le cose cambiano poco. Mi spiego.
Sei io investo in titoli pubblici di uno Stato estero che va in default e alla scadenza mi restituisce solo una parte del capitale, diciamo il 60%, oppure se la moneta della nazione in cui ho investito, al momento del rimborso del capitale, si è deprezzata, rispetto alla mia, del 40%, per me nulla è cambiato: ho investito 100 ed alla fine mi è stato restituito 60.
Certo, al lato pratico la cosa è indifferente, ma dal punto di vista giuridico e soprattutto nell’immaginario collettivo le due situazioni sono completamente diverse.
Per tale motivo io vieterei assolutamente a qualsiasi Stato di poter emettere titoli del proprio debito pubblico in una valuta estera, per un’impresa privata è diverso, l’investitore sa, in quel caso, che fra i rischi che si assume c’è anche quello del fallimento dell’emittente, mentre per gli Stati questo rischio non ci deve essere, deve esserci solo il rischio “valuta” ossia la possibile svalutazione della moneta rispetto alle altre, non è una questione marginale, ma sostanziale.
Guardate che la maggior parte delle guerre che hanno devastato il mondo NON sono avvenute per “sete” di conquista, ma sono state la conseguenza di debiti non pagati, se invece i debiti degli Stati fossero SEMPRE pagati, il tutto si ridurrebbe a dover regolare, ossia a rendere trasparente ed efficiente, quello che da sempre è il più grande mercato del mondo: quello delle valute.
Per questo motivo l’euro è una moneta assurda, perché finché non ci sarà una unione politica effettiva per i Paesi aderenti, non sarà altro che una moneta straniera … PER TUTTI.
L’euro, infatti, è una moneta straniera anche per la Germania, la differenza rispetto all’Italia (e non è proprio da poco) è che è una moneta vantaggiosa per i tedeschi e svantaggiosa per noi.
Per assurdo, però, questo fatto fondamentale, cioè i vantaggi e gli svantaggi per i Paesi aderenti alla moneta unica, fa nascere infinite e sterili discussioni fra i governi dei vari Stati, mentre l’unica e banale conclusione sarebbe quella di dire, semplicemente, che: l’euro è una moneta sbagliata.
La cosa è di una tale ovvietà che i fautori e sostenitori dell’euro dovrebbero scegliere se far parte della categoria degli allocchi o dei profittatori, cioè di coloro che, esclusivamente per interesse personale, scelgono deliberatamente di andare contro al bene comune.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro