Sulla casa occorre evitare la demagogia
Dire che è più facile stare all’opposizione anziché al governo è ovviamente una banalità, chi non ha la responsabilità di “amministrare” ha sempre una “soluzione” per tutti i problemi, tanto non ci sarà mai una controprova.
Con questo non voglio sminuire il ruolo dell’opposizione che deve continuamente incalzare la maggioranza rimarcandone eventuali errori e proponendo alternative valide, è indubbio infatti che fare una “buona opposizione” è importante.
Spesso, però, anziché suggerire alternative concrete e realizzabili, l’opposizione scivola nella demagogia, un “male” che da secoli produce danni incalcolabili in ogni angolo del mondo.
E ne stiamo vedendo un esempio proprio in questi giorni. In breve ecco i fatti.
Il recepimento di una direttiva europea ha portato ad introdurre, in un decreto legislativo, una norma secondo la quale i titolari di ipoteca (tipicamente le Banche), possono far valere la garanzia reale, e quindi escutere il bene, qualora il debitore sia in arretrato di almeno sette rate anche non consecutive, senza dover far ricorso ad un giudice.
Apriti cielo!
Dai banchi dell’opposizione si è gridato come non mai allo scandalo!
Prima, più sommessamente, si è parlato di “un regalo” alle Banche, poi giocando sull’emotività degli italiani si è alzato il tiro con i cartelli “NO agli espropri” e “Giù le mani dalla casa”!!!
Dato che l’italiano medio dice: “Toglietemi tutto, ma non la mia casa”, è evidente che siamo ben presto arrivati “all’allarme sociale”. Un allarme, però, del tutto ingiustificato.
Innanzitutto chiariamo la situazione, anche se venisse approvato quel decreto legislativo non sarebbe retroattivo, quindi per tutti gli italiani che hanno già stipulato un mutuo valgono le condizioni di contratto, e basterebbe questo a chiudere la discussione.
Se in futuro la Banca volesse inserire una clausola del genere ovviamente dovrebbe essere accettata anche dal cliente mutuatario.
Inoltre già ora, qualora si perda il posto di lavoro, la legge permette la sospensione della rata del mutuo per un periodo di 18 mesi.
Ma detto questo, ciò che va sottolineato in maniera chiara è che quella direttiva europea ha il solo scopo di evitare lungaggini legali e burocratiche che non sono utili a nessuno! La direttiva infatti non parla di 7 rate, perché lascia invariata la legislazione vigente nei vari Stati, è la nostra legislazione attuale che dà la facoltà ai detentori di ipoteche di rivolgersi ad un giudice al fine di tutelare il proprio credito, eventualmente arrivando ad escutere la garanzia ipotecaria, dopo il mancato pagamento di sette rate anche non consecutive.
Quindi, ribadiamo, per un italiano che ha un mutuo in essere non cambia assolutamente nulla, ma, se non paga per sette rate, già ora la Banca può escutere la garanzia, deve passare però attraverso un giudice, quindi ci mette solo un po’ più di tempo.
Fatta un po’ più di chiarezza, spero di non venir considerato un filo-governativo se affermo che esporre cartelli del tipo “NO agli espropri” e “Giù le mani dalla casa” sia fare della pura demagogia.
Chiariamo subito, se fra il cliente e la Banca sorge una questione legale per le ragioni più disparate è giusto bloccare tutte le eventuali procedure in atto in attesa che la legge si pronunci sulla controversia, ma qualora si voglia far passare il messaggio che le Banche non possano far valere il proprio credito, dopo il mancato pagamento di almeno sette rate, perché … “la casa è un diritto” beh! Ditemelo subito che, anche personalmente, smetto di pagare il mio mutuo.
In conclusione, chi si affaccia sulla scena politica presentandosi come “il nuovo”, con iniziative indubbiamente meritorie, come quello dell’autoriduzione dei compensi per i propri eletti, non deve poi cadere nel più antico e mai debellato difetto della politica: far promesse demagogiche che non si potranno mai mantenere.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro