Tassi Usa, c'è ben poco da festeggiare
CVD Come volevasi dimostrare. I tassi sono stati aumentati, ma la Yellen ha promesso che andrà cauta, non pensate quindi che ci saranno aumenti automatici ad ogni riunione del Fomc, si procederà con prudenza solo quando saranno sicuri di non far danni all’economia reale.
Insomma, tranquilli … o, parafrasando lo slogan di una pubblicità, “Fate i buoni”, vedrete che non accadrà nulla, e la Borsa continuerà a salire.
E il dollaro? Anche, ma con prudenza, senza scossoni, insomma va tutto bene, tutto!
E il petrolio? Beh adesso! Ho detto “tutto” ma non dovete prendermi in parola, il petrolio … il petrolio … salirà per ora portate pazienza.
Qualcuno comunque dovrà prima o poi spiegare come può esserci ripresa economica con i prezzi petroliferi in continuo calo, con una situazione politica internazionale mai stata così tesa, con una Europa mai stata così disgregata, con una Cina che cresce sempre meno.
Insomma potrei vantarmi che da diverso tempo vi raccontavo cosa sarebbe accaduto ieri a New York e che ora si è puntualmente verificato, ma non lo faccio perché era una previsione troppo facile.
Più difficile sarà capire cosa accadrà dopo questo momento di “ubriacatura”, quando ci sveglieremo e capiremo che non basta alzare i tassi negli Stati Uniti di 25 centesimi di punto percentuale per dire che siamo fuori dalla crisi.
Non basta fare come in Francia dove si devono accordare tutti i partiti, e dico tutti, per non far vincere il Front National il cui programma economico assomiglia a quello di Syriza.
E non basta fare come in Italia dove si fanno fallire quattro Banche con un Decreto del Consiglio dei Ministri e dopo aver creato uno sconquasso si dice che il nostro sistema bancario è il più solido d’Europa.
Insomma, festeggiamo pure, facciamo salire le Borse per 25 centesimi di punto percentuale, ma non dimentichiamoci che i problemi sono ancora lì, tutti, non ne abbiamo risolto nemmeno uno, e, se possibile, si sono aggravati.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro