Trimestrali Usa: buona la partenza ... anzi no!
Come noto le società quotate in Borsa sono costrette a rendere pubblici i propri bilanci ogni tre mesi, ma è del tutto ovvio che la quarta “trimestrale” ha una valenza maggiore visto che conclude l’anno fiscale.
Nel mese successivo a quello con il quale si conclude un trimestre, da sempre, l’attenzione degli operatori finanziari è focalizzata sull’analisi dei bilanci aziendali. Ovviamente si possono fare studi sofisticatissimi sui dati contabili, ma sostanzialmente l’umore degli investitori verrà influenzato dai parametri riguardanti la redditività ed il fatturato della società. In soldoni ciò che ha più importanza per gli investitori è che l’azienda aumenti il proprio business ed i propri guadagni.
Le reazioni dei mercati finanziari alla comunicazione delle trimestrali aziendali ovviamente dipenderanno dall’aver ottenuto risultati migliori oppure peggiori rispetto alle previsioni fatte precedentemente dagli economisti, per cui normalmente il titolo in Borsa salirà quando l’azienda “batte le attese”, mentre calerà in caso contrario.
Negli Usa, tradizionalmente, la prima grande società a comunicare i propri dati è la multinazionale Alcoa (Aluminum Company of America) un’azienda storica costituita verso la fine dell’800 a Pittsburgh, la capitale della Pennsylvania, la città statunitense simbolo dell’industria pesante.
Visto che l’alluminio si usa esclusivamente a livello industriale i dati di Alcoa diventano anche importanti per capire come si sta muovendo e con quali prospettive il settore manifatturiero statunitense, ma non solo, visto che stiamo parlando di una multinazionale che ha stabilimenti in tutto il mondo.
Ebbene come è andato il 2015 per il colosso americano dell’alluminio?
Bene! Almeno per i lettori di Milano Finanza che titola “Alcoa apre la stagione delle trimestrali a Wall Street battendo le attese” e del Sole 24 Ore che vede nella trimestrale di Alcoa “Segnali di svolta per il mercato 2016”
Male! Se invece si guarda alla reazione dei mercati finanziari con il titolo che crolla (-9%!!!) e scende sui minimi riscontrati nel 2009 dopo lo scoppio della crisi economico/finanziaria.
Ed allora dal momento che, come abbiamo detto, spesso i dati di Alcoa sono stati ritenuti indicativi per quanto riguarda l’andamento futuro del comparto manifatturiero, a chi dobbiamo credere? Ai giornali? Oppure al mercato?
Bella domanda.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro