Usa: voglia di guerra
Alla faccia di Martin Luther King e della non-violenza, alla faccia, soprattutto, del premio Nobel per la Pace (a questo punto diamolo anche postumo ad Hitler), il primo Presidente nero nella storia degli Stati Uniti verrà ricordato come il maggior gerrafondaio fra tutti i 44 che si sono succeduti alla Casa Bianca.
Perché dopo aver fomentato e finanziato un colpo di stato in Ucraina ora cerca in tutti i modi di provocare la Russia al punto da far dire al burattino che ha messo al comando della Nato, tal Philip Breedlove, che “non sia giusto escludere l’uso di strumenti militari”?
E’ talmente grave la situazione economica negli Stati Uniti da far ritenere che se ne possa uscire solo con una guerra su larga scala? Perché la Francia e la Germania (non parlo dell’Italia che non viene neppure presa in considerazione) non alzano la voce nei confronti “dell’alleato” statunitense sempre pronto a fare la guerra, ma lontano da casa sua?
Questa “voglia” di usare le armi da parte degli Stati Uniti da cosa deriva? Forse anche le armi, così come i cibi, hanno una data di scadenza? Ed allora prima di doverle buttare in discarica tanto vale usarle?
E se non c’è un nemico? Beh! Allora costruiamolo.
Il mondo, infatti, ha difficoltà a capire cosa sia l’Isis e soprattutto che cosa sia il “califfato”.
Ebbene cari lettori, lo chiedo a voi, avete capito cos’è l’Isis?
E’ forse AlQaeda al quadrato? O al cubo? O all’ennesima potenza?
Al Qaeda si spingeva solo a fare “attacchi terroristici” dirottando aerei, dei Boeing 747 guidati da persone che avevano fatto la quinta elementare ed un “fantomatico” corso di pilotaggio di alianti.
Quelli dell’Isis invece hanno le bandiere nere come i pirati, tagliano le teste e ultimamente bruciano le persone vive rinchiuse dentro una gabbia, non basta? E allora diciamo che arrivano addirittura a torturare ed uccidere i bambini. Perché? Così, tanto per divertirsi un po’! Ed hanno anche un altro vezzo … parlano con un accento oxfordiano.
Ed ancora, avete capito cos’è il califfato?
Dobbiamo aggiornare tutti le nostre cartine geografiche? Non sarebbe una novità, anzi! Quando studiavo io non sapevamo neppure che esistessero la Bosnia Erzegovina o la Croazia o la Slovenia, noi parlavamo di Jugoslavia, ed ora se domandate ad un ragazzo di quindici anni cosa sia la Jugoslavia non ve lo sa dire, ma è giusto così!
Quindi, non c’è nulla di strano, se dobbiamo aggiornare le nostre cartine geografiche dov’è il problema? Negli ultimi vent’anni lo abbiamo fatto talmente tante volte che non ci facciamo più caso.
Allora cosa dobbiamo fare?
Cancellare l’Iraq? Smembrare la Siria? Dove lo mettiamo sto “califfato”?
Noi dovremmo fare la guerra contro lo “Stato islamico”, nessun problema, la facciamo, tanto, una più o una meno, cosa cambia?
Sì però a ben vedere un problema c’è:
Qual è? Dov’è? Cos’è? Questo “Stato islamico”?
Sembra che da Obama arrivi questa risposta: “Non è importante sapere contro chi dobbiamo fare la guerra, l’importante è farla!”
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro